Un ideale punto di connessione tra una visceralità primordiale e l’evanescente consistenza di un futuro incerto realizzato attraverso una roboante sequenza di ruvide spirali irregolari. È dalla ricerca di un nuovo lessico risonante che trae origine il primo capitolo collaborativo che vede insieme Masaya Hijikata e Andrea Koch sotto la sigla klās’tĭk, progetto sperimentale incentrato su un fitto incontro/scontro tra trame ritmiche e insondabili modulazioni vocali.
È un universo crepitante, fortemente decostruito, ad emergere dalla congiunzione sinergica degli elementi in gioco, uno spazio sonoro che vede voce e pulsazioni avvolgersi in complessi tracciati dissonanti permeati da una persistente aura solenne. Ricorrenti scie sintetiche si insinuano in questo serrato dialogo fungendo da ulteriore collante capace di conferire densità ai differenti flussi, strutturati seguendo progressioni estremamente convulse e pirotecniche che a tratti convergono verso andamenti ipnotici da nenia fino a divenire allucinato mare di placide frequenze cullanti.
Un lavoro fortemente evocativo, ma sicuramente di non semplice assimilazione che si pone l’obiettivo di individuare le prime tracce di nuove possibili strade da percorrere. Un’esplorazione stimolante.