Le registrazioni ambientali e la musica ambient sono da sempre unite in modo praticamente indissolubile; una sorta di eredità creativa e carica di suggestione della musique concretefrancese, musica ben più più fredda e rigida. DR – iniziali del musicista tedesco Dominic Razlaff, giunto al suo terzo album – propone una lunga serie di registrazioni ambientali catturate nella sua città, Braunschweig, che colgono quegli aspetti più suggestivi e nascosti della vita quotidiana, di quegli atti che distrattamente compiamo ogni giorno, che – se prendiamo per buone le idee rivoluzionarie di John Cage – sono inconsapevoli produttori di musica.
Il canto degli uccelli, le risate dei bambini, i passi frenetici di un uomo che corre per non perdere un autobus, i dialoghi tra individui o la pioggia battente, tutto quello che ci circonda è un’incessante colonna sonora che avvolge la nostra vita, udibile solo a chi ha orecchie per sentirla. DR, partendo da brevi field record, è come se trasformasse la realtà in sogno; come se – catturando elementi della realtà – li mutasse, potremmo dire li traslasse in un mondo onirico, non tangibile o materiale. Ci troviamo quindi di fronte a quindici piccoli acquerelli ambient plasmati per coniugare razionale e irrazionale, astrazione e concretezza.
“Field Recording Meets Sound” diventa, di conseguenza, una sorta di manifesto per chi è capace di fuggire dalla realtà pur facendone parte integrante, di sognare a occhi aperti pur avendo davanti a sé solo elementi concreti. E’ un itinerario di synth avvolgenti (“II”, “VIII”), ma anche di corde di chitarra (“IV”) e di imponenti cori angelici (“X”) che tracciano un percorso che è disponibile davanti ai nostri sensi ogni giorno, se solo si avesse la capacità e la voglia di udirlo. Così le registrazioni ambientali incontrano il suono, si sovrappongono a esso per restarne legate in modo indissolubile, come in “XV”, dove la pioggia che cade furiosa si aggrega alle morbidissime melodie di piano come se non potesse farne a meno.